La neurodisabilità ha dei costi sociali molto alti e dei risvolti di grande sofferenza umana. La BIOETICA CLINICA è la disciplina che rende fattiva la prevenzione delle disabilità nell'ambilto dei risvolti clinico-assistenziali , per Decreto Ministeriale del settore MED/02 nel quale è inquadrata e compresa la BIOETICA. I risvolti, infatti, sono le linee operative pratiche che conseguono al letto del malato, (prof. Spagnolo, Master di Bioetica,) La prevenzione non solo è la migliore cura, ma consente le migliori cure.Quando si instaura una neurodisabilità occorrono risposte concrete e costanti, di tipo scientifico, medico-legale, riabilitativo ed anche etico Aiutando gli altri si può anche aiutare se stessi Non si può essere d’aiuto se non si è informati bene e non si è sensibilizzati sulla molteplicità dei loro problemi e sulla giustezza dei loro diritti. La solidarietà è il supporto di ogni risposta o aiuto ai disabili. però… la solidarietà, senza scienza e coscienza e senza senso etico ,e quindi senza bioetica , diventa non solo un atto gelido e senza umanità, ma anche inadatto e incongruo e lontano dall'economia della salute. (prof. A.E. Cardinale . Vicepresidente Consiglio Superiore di Sanità) BIOETICA CLINICA OGGI E PREVENZIONE SALUTE . La bioetica e la clinica al letto del paziente si incontrano trovandosi inscindibili dinanzi ad un caso unico, lo specifico del paziente, con la sua storia, le sue aspettative, le sue sofferenze. L’assistenza necessita di linee guida che derivano solo da un costante riferimento concreto al letto del malato. Non si possono prendere decisioni diagnostiche secondo coerenti linee guida , in astratto , se non Attraverso le “necessitas” del malato stesso, del tipo specifico di patologia . La ricerca bioetica, appunto, si avvale dell’assistenza proprio al letto del malato o in un ambulatorio per risolvere le questioni e i dilemmi che gli eticisti contemplano. Essa definisce : l’indicazione per l’intervento medico, le preferenze del paziente, la qualità di vita , aspetti contestuali clinici correlati alla cultura o religiosità del paziente, umanizzazione delle cure. Questi sono elementi, in relazione al Piano Sanitario Regionale tutti correlati ai decreti attuativi AGENAS in ambito sanitario. L’applicazione di una U.O. di Bioetica Clinica odi un Servizio di Bioetica Clinica in una Azienda Ospedaliera, è essenziale proprio nell’ambito dei pazienti cosiddetti “ complessi”, affetti cioè contestualmente da più patologie , la cui presa in carico da una sola branca medica, non è sufficiente, aumentando non solo il rischio per il paziente, ma un’eccessiva lievitazione della spesa sanitaria ,che vede lo stesso paziente impegnato in più ricoveri sequenziali, in diversi reparti, e con il risultato ,a volte , di vedersi prescritte cure settoriali “ a cassetto stagno” spesso non coordinate , con grande impegno di spesa farmaceutica , a volte con interazioni farmacologiche deleterie , con ulteriore aggravio economico per la gestione degli effetti collaterali. Altra applicazione essenziale è nella gestione del paziente post-ricovero in particolare dei pazienti complessi (es., caso molto frequente, iperteso e diabetico , poi infartuato che ha avuto un ictus , ) Il prof. Spagnolo, nel Master di BioEtica e formazione all’Università Cattolica del Sacro Cuore do Roma , cita il metodo to cure / to cope/ to care/ to comfort (di Jones, Siegler e Winslade) ripettivamente: - intervento medico finalizzato alla guarigione della malattia (es. shock anafilattico , meningite)
- ruolo del paziente nel fronteggiare la malattia (accettazione o meno degli interventi)
- intervento nei pazienti cronici, disabili, oncologici, da patologia genetica o ostetrica, che non può dare la guarigione ma ottimalizza la gestione (es. episodio critico in paziente con sclerosi multipla
- finalità di sollievo , non essendovi alcuna possibilità di arrestare la malattia (es. crisi algiche in cancro metastatizzato o ipostenia neuromuscolare dopo chemioterapia).
In Italia si svolgono ogni anno masters per i medici in Bioetica. L’ Usl 5 Toscana ha da tempo attivato la U.O. di Educazione alla Salute e Bioetica , citando negli obiettivi il DM. Del Ministero della Salute con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 4.05.2007 che ha approvato il documento programmatico e strategico : “Guadagnare salute” finalizzato alla promozione e attuazione della salute attraverso attività assistenziali rivolte alla prevenzione del fattori di rischio delle patologie croniche e, quindi, disabilitanti. Ciò ha espresso dettagliatamente la delibera 828 del 17. nov. 2014 sul Piano aziendale di promozione ed educazione alla Salute 2014-16 (immediatamente eseguibile) della Regione Toscana. Parimenti in altre Regioni (Lazio) sono attivi Servizi di Bioetica nell’ambito della U.O. Complessa di Medicina Interna del Fatebenefratelli (Prof. Francesco Sgambato ) e, se ne potrebbero citare altri. In breve, chi ancora pensa che la Bioetica possa essere una sorta di “filosofia della medicina” si obietta affermando che della Medicina si può discutere solo al letto del malato . E ciò non è una novità. The Lancet, (vol350, september27, 1997) afferma infatti : “bisogna che l’attività dell’etica venga radicata nella pratica clinica e non nella poltrona del filosofo moralista . Il dibattito sui problemi etici è parte integrante dell’attività medica quotidiana” . L’editoriale del Lancet focalizza, inoltre, il compito essenziale della Bioetica cioè scegliere il miglior trattamento per i pazienti, il migliore in ambito clinico significa anche sceglierlo con rapidità e conseguente abbattimento dei costi spesso occorsi in Sanità per trattamenti inidonei. Chi è chiamato a prendere una decisione clinica ha responsabilità maggiore rispetto al consulente solo eticista , la decisione avviene sempre in ambito assistenziale , questa decisione diventerà etica clinica che a suo volta è diventata anche etica pubblica : ogni decisione non può non essere giustificata di fronte al paziente, ai suoi familiari , ai colleghi,…ai giudici! La Bioetica Clinica è disciplina pratica che fornisce un approccio strutturato per identificare , analizzare , risolvere nei fatti clinico-assistenziali , aspetti di diagnostica che richiedano soluzioni rapide e concrete. La Storia della Medicina , appartenente al medesimo settore scientifico-disciplinare MED/06/A02 è il suo substrato , presupposto inscindibile nella valutazione dei percorsi clinici in relazione al percorso di ricerca , storico-clinico-scientifico , base per i percorsi diagnostici del medico odierno, così come il Diritto Romano è presupposto indispensabile al diritto odierno. Soltanto la conoscenza dei percorsi storici, di ricerca , insieme alla conoscenza del Biodiritto e delle evoluzioni della Medicina Legale, oggi, forma il processo diagnostico del medico , base per ogni attività di tipo clinico-assistenziale. (“Il piacere della Medicina e la Bioetica Clinica”, F. Sgambato, S. Prozzo Europ.Resp.News, 29-39. 2003)
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